sabato 27 aprile 2013

Preparazione, controllo e conservazione degli alimenti

Oggi ho deciso di andare alla biblioteca comunale e consultare alcuni libri di storia della tecnologia per pubblicare, per una volta, un articolo la cui fonte fosse cartacea e non telematica.
Mi sono imbattuta in un grosso manuale che si chiama Storia della tecnologia e, grazie alla lettura di alcune sue pagine, ho scoperto tantissime cose che vorrei condividere con i miei lettori. Per questo, riporto qui i frutti della mia ricerca tratta dal manuale sopra citato pubblicato da Paolo Boringhieri Editore e scritto da Charles Singer, Eric John Holmyard, A. Rupert Hall e Trevor I. Williams. Il volume da cui ho accinto è il terzo, Il rinascimento e l'incontro di scienza e tecnica, pagine 21-24.

Libri di cucina cominciarono a essere pubblicati non molto tempo dopo l'avvento della stampa. Uno dei primi fu l'inglese Boke of Keruynge (sull'arte del trinciare)  del 1508. Questi libri aiutarono a diffondere l'arte di prepare i cibi in modi più raffinati e di cucinare i nuovi vegetali. Vi furono mutamenti anche nel modo di consumare i pasti. Mentre nel Medioevo due pasti giornalieri erano considerati sufficienti, nel sedicesimo secolo non era infrequente il caso di quattro pasti giornalieri. In Inghilterra il pasto principale avveniva di solito a mezzogiorno, seguito dalla cena alle sette o alle otto circa di sera, ma nel diciottesimo secolo gli appertenenti alla buona società consumavano il pasto principale nel tardo pomeriggio, facendolo precedere da una leggera colazione e seguire da un tè. L'uso del cucchiaio si diffuse rapidamente nel sedicesimo secolo. La forchetta (di solito a due rebbi) si usava nel Medioevo per porgere il cibo agli ospiti o ai commensali; più tardi, nel diciottesimo secolo, si diffuse la vecchia abitudine italiana di usare la forchetta per portare il cibo alla bocca. [...] Nel 1651, alla Corte austriaca il cibo ancora si mangiava con le dita, ma non più tardi del 1750 la forchetta era ormai diventata di moda, attraverso l'imitazione del galateo francese. Forchette a tre e a quattro rebbi fecero la loro comparsa nel diciassettesimo secolo. Della stessa epoca è l'uso di fornire coltelli agli ospiti; in passato invece gli ospiti usavano portare con sé coltello e cucchiaio o forchetta. Per secoli ci si era serviti di fette di pane come piatti, ma nel sedicesimo secolo il vasellame da tavola in legno, peltro o terracotta divenne di uso comune. [...] Il vasellame in vetro per bevande divenne comune attorno al 1650.
Alcune nuove invenzioni fecero il loro ingresso nella cucina. Arrostire le carni era una delle operazioni più delicate dell'arte del cucinare e lo spiedo era quindi uno strumento di grande importanza. I primi manuali sulle macchine illustrano girarrosti azionati dalla discesa di pesi, che più tardi diventarono di uso comune. Sebbene molti inventori si dedicassero alla progettazione di girarrosti ad orologeria, per azionare gli spiedi più grandi ci si serviva di un "tamburo" fatto rotare da cani; introdotto intorno al 1650, questo congegno sopravvisse fino al diciannovesimo secolo.
[...] I progressi sui metodi di controllo dei cibi furono lenti, sebbene fosse sempre più sentita l'esigenza di scoprire eventuali sofisticazioni degli alimenti, i quali venivano importati in numero sempre maggiore da luoghi lontani. I primi addetti alla vigilanza del cibo e della salute del pubblico furono i cernitori o "garbellatori" (dall'arabo gharbala, che vuol dire distinguere, scegliere). Essi non avevano alcuna conoscenza dell'analisi chimica e si basavano soltanto sull'apparenza, sul sapore e sull'odore delle merci [...] dunque raramente essi erano in grado di scoprire sofisticazioni meno grossolane.
[...] La gradazione delle bevande più alcooliche venne per molto tempo esaminata per mezzo della polvere da sparo, esame che consisteva nel versare una piccola quantità di liquido su della polvere da sparo e poi nel cercare di accenderla. Se la polvere bruciava, la percentuale di acqua contenuta nella bevanda era considerata sufficientemente bassa. Il liquore a gradazione regolamentare minima avrebbe appena permesso alla polvere di accendersi, nulla più.
[...] Nel corso dei tre secoli che sono oggetto del nostro esame non si ebbe nessuna grande invenzione che riguardasse la conservazione dei cibi. Le vecchie pratiche di salare, essiccare e affumicare i cibi non subirono quasi miglioramenti. Nel tardo Medioevo si ebbe però un'invenzione che influenzò notevolmente la dieta alimentare del quindicesimo e sedicesimo secolo, e cioè un metodo più progredito per sventrare e conservare le aringhe. Per molto tempo il metodo di conservazione delle aringhe era stato quello della salatura, lo stesso usato per altri pesci; questo metodo, tuttavia, non impediva che dopo un po' di tempo le aringhe andassero a male. William Beukels-Fiandre, inventò intorno al 1330 la seguente procedura: vicino alle branchie del pesce appena preso veniva praticata un'incisione, si toglieva parte delle interiora, quindi il pesce veniva salato e prassato in barili. La pesca delle aringhe, per un certo tempo monopolio degli Olandesi, si sviluppò grazie a questa tecnica, che rese possibile il trasporto di tale economico alimento su lunghe distanze.

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