martedì 30 aprile 2013

The World's 50 Best Restaurant

Ieri, 29 aprile, si è tenuto a Londra uno degli eventi più celebri e attesi del mondo gastronomico: The World's 50 Best Restaurant. Questa manifestazione premia i cinquanta migliori ristoranti del mondo e, ovviamente, anche i rispettivi chef.
Ho trovato sul sito ufficiale dell'iniziativa la classifica ufficiale dell'evento: clicca qui per accedervi.

Tuttavia non mi sono fermata alla semplice consultazione della classifica. Sono andata a visitare i siti dei ristoranti dei primi tre classificati, per capire la ragione per la quale essi sono stati pluripremiati da diverse celebri riviste gastronomiche e da altrettanti critici.

Dei fratelli Roca e del loro ristorante El Celler de Can Roca a Girona in Spagna, si dice:
El Celler est un restaurant free style, de cuisine en liberté, engagé dans l’avant‑garde, sans renoncer à la mémoire des différentes générations d’ancêtres de la famille qui se sont consacrées à faire des repas pour tout le monde. 
L’engagement d’El Celler de Can Roca par rapport à la cuisine et l’avant-garde et son lien avec l’académisme l’ont poussé à défendre le dialogue avec l’agriculture et la science, le dialogue total.
Questo ristorante è proiettato verso la cucina d'avanguardia, tuttavia non dimentica la tradizione e le regole accademiche e difende il dialogo che intercorre fra agricoltura e scienza.

Di René Redzepy, proprietario del Noma a Copenhagen in Danimarca, dicono che abbia reinventato la cucina nordica.
Secondo Restaurant Magazine:
Noma è un omaggio alla terra e al mare, un richiamo alla fonte del nostro cibo. Prendete l’antipasto di carotine croccanti provenienti dalla Lammefjorden, una fertile regione danese, servito con “suolo” commestibile, realizzato usando malto, nocciole e birra, e ravvivato dal verde di una crema alle erbe, – state letteralmente mangiando la terra! 
I grandi ristoranti sono una combinazione di cucina raffinata, idee innovative e rispetto per gli ingredienti. Noma è più di questo. E’ un’esperienza che ti ricorda il motivo per cui alcuni ristoranti meritano di essere venerati.
 Invece, secondo la foodwriter Alessandra Meldolesi di Identità Golose:
È una cucina intensamente nordica quella di René Redzepi, chef del Noma, le prime due sillabe del pasto nordico in danese. Ha recuperato tra l’altro l’uso della cenere, trasformandola in spezia, con aromi variabili a seconda del legno di provenienza. Che gusto può avere ad esempio la cenere di vite di Barolo? Il purè di antiche patate gialle locali, cotte al dente, viene servito su una pietra con dadi passati nel vino al miele, a somiglianza di un campo di patate appena arato. E ancora il granchio reale con i porri passati nella cenere, per ottenere un gusto grigliato, con una salsa a base di brodo di molluschi e briciole di pane: un piatto ideale per l’inverno nordico, corroborante quanto basta per le basse temperature. Per finire, un dessert di caramello con un impasto di cenere, yogurt e acqua, tipico anch’esso di un inverno nordico.
Il terzo classificato, invece, è proprio un italiano: il suo nome è  Massimo Bottura, chef dell'Osteria Francescana di Modena.
Quello che propone Bottura è una cucina “informale”, creata rielaborando piatti e materie prime tradizionali e contrapponendo a tradizione e innovazione, arte contemporanea e design.
Si interessa di cucina molecolare e, per questo, nel 2009 Striscia la Notizia lo accusa di far uso di additivi chimici potenzialmente non sicuri. Tuttavia il Nucleo Antisofisticazione e Sanità non trova nessuna irregolarità nella sua cucina e lo chef può continuare a sperimentare e a creare.
Durante l'estate del 2012, poco dopo essersi aggiudicato la sua terza stella Michelin, Bottura chiude l’Osteria Francescana per un breve periodo di rinnovamento, concentrato sulle due principali passioni dello chef: l'arte contemporanea e la cucina avant-garde.

Quindi cos'è che rende uno chef un'icona della cucina mondiale e la fonte d'ispirazione per gli aspiranti cuochi? La voglia di sperimentare, di spingersi al di là, di rompere i canoni convenzionali, di stupire rimanendo tuttavia sempre fedele alla tradizione e alle regole che stanno alla base della cucina.
Perciò, aspiranti cuochi lettori del mio blog, osate, sperimentate e non temete le critiche: qualche volta possono premiare!



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