lunedì 13 maggio 2013

Storia del tè e Cha-no-yu

“La prima tazza mi inumidisce le labbra e la gola, 
la seconda rompe la mia solitudine, 
 la terza fruga nelle mie sterili viscere per scovarvi migliaia di volumi di strani ideogrammi. 
 La quarta tazza provoca una leggera sudorazione – tutto il male della vita stilla dai miei pori. 
 Alla quinta tazza, eccomi purificato; 
 la sesta mi conduce nel regno degli immortali. 
 La settima – ah, non potrei berne ancora! 
Riesco solo a sentire il soffio di un vento fresco che alita nelle mie maniche. 
 Dov’è Horaisan?*
 Lasciatemi cavalcare questa dolce brezza che mi trasporterà laggiù!”
Lu T'ung

*Horaisan è una delle mitiche isole del mare orientale considerate sede degli Immortali; ricorre frequentemente nel folklore letterario cinese e giapponese.


Ho deciso di andare più affondo circa l'argomento tè trattato in precedenza, sia perché ho scoperto avere una storia davvero antica e sia perché è proprio grazie ad una calda tazza di tè e ad un pezzo di maddalena che Marcel, protagonista de La strada di Swann di Marcel Proust, comincia il suo viaggio attraverso i ricordi della sua infanzia:

Erano già molti anni che di Combray tutto ciò che non era il teatro e il dramma del coricarmi non esisteva più per me, quando in una giornata d'inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po' di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d'avviso. Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate maddalenine, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata d'una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d'un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di maddalena. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m'aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M'aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l'amore, colmandomi d'un'essenza preziosa: o meglio quest'essenza non era in me. era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Donde m'era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo ch'era legata al sapore del tè e della focaccia, ma la sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della stessa natura. Donde veniva? Che significava? Dove afferrarla?
Marcel PROUST, La strada di Swann, Torino: Giulio Einaudi editore, 1998, pagine 49-50


Faccio riferimento ad un libro di Jane Pettigrew che costituisce una vera e propria guida del tè, Tè. Guida al tè di tutto il mondo:

Secondo un’antica leggenda cinese, un avvenimento occasionale occorso all’imperatore Shen Nung nel 2737 a.C. sarebbe all’origine della nascita del tè.
Si potrebbe dire: “tutta colpa di Eolo!” Vediamo perché.
Un giorno del lontano 2737 a.C., l’imperatore Shen Nung era seduto all’ombra di un arbusto selvatico del tè, mentre accanto a sé, sul fuoco, bolliva dell’acqua. Infatti l’imperatore, noto studioso ed erborista, era attentissimo all’igiene ed usava bere solo acqua preventivamente bollita. All’improvviso una folata di vento scosse i rami dell’arbusto del tè, lasciando cadere delle foglie nel contenitore dell’acqua che bolliva. L’infuso che casualmente venne a generarsi, fu assaggiato da Shen Nung, il quale lo trovò squisito, energizzante e rinfrescante. Così fu scoperto il tè.
Tuttavia risalgono solo al III secolo a.C. i primi documenti scritti cinesi che attestano la conoscenza della bevanda tè: è nota la prescrizione di un famoso medico cinese che raccomandava la somministrazione di tè per aumentare la concentrazione e l’attenzione; inoltre è pervenuto uno scritto di un generale dell’esercito cinese che chiedeva ad un suo nipote di inviargli del vero tè per rimediare alla depressione da cui si sentiva oppresso. 
Fino al III secolo d.C. il tè venne usato solo come medicamento tonificante ed era preparato utilizzando foglie provenienti da alberi selvatici di tè. Solo in seguito iniziò la coltivazione di cespugli di tè da parte di agricoltori industriosi che volevano effettuare regolari raccolti per far fronte alla crescente richiesta; si svilupparono e perfezionarono, inoltre, tecniche di essiccazione e lavorazione delle foglie raccolte. La bevanda divenne sempre più comune e documenti risalenti al 476 d.C. attestano che panetti pressati di tè erano scambiati con altre merci tra cinesi e turchi. Si iniziano a produrre servizi da tè in ceramica, argento ed oro. 
Durante la dinastia Tang (618-906) il tè era una bevanda molto diffusa: si parla di “età dell’oro” del tè. Venne sviluppato un elaborato cerimoniale che regolava sia la produzione che il servizio del tè; la coltivazione del tè aveva delle rigide regole con precise disposizioni su chi potesse raccogliere i germogli e le foglie, quando andassero raccolti e come; c’erano severe disposizioni su come trattare le foglioline raccolte, sulle regole igieniche da seguire. Addirittura le raccoglitrici dovevano seguire una particolare dieta che evitasse loro di alimentarsi con aglio, cipolla e spezie che potevano trasferirsi alle foglie manipolate, trasmettendo aromi sgradevoli alla bevanda che si sarebbe preparata. 
In tale periodo lo scrittore Lu Yu (773-804) compose il primo libro sul tè: il Cha Chang (La Sacra Scrittura del Tè). Sotto la dinastia Tang la foglioline appena raccolte venivano appassite col vapore, poi pressate e mescolate con succo di prugna. Il composto così ottenuto era versato in stampi e se ne ottenevano panetti che venivano essiccati sul fuoco. Il panetto veniva successivamente tostato e ridotto in polvere bollita in acqua per ottenere finalmente il tè. Questo era aromatizzato con cipolla dolce o zenzero, scorza di arancio, chiodi di garofano o menta; in alcuni casi si aggiungeva del sale. 
Sotto la dinastia Song (960-1279) si sostituirono gli aromi aggiunti all’acqua con un’aromatizzazione del tè ad opera di oli essenziale di gelsomino, loto e crisantemo. Il tè si preparava frullando la polvere derivante dalla macinazione dei panetti esiccati con dell’acqua bollente; finito il tè si aggiungeva altra acqua e si ri-frullava, ripetendo l’operazione fino a sette volte. 
Con la dinastia Ming (1368-1644) i panetti di tè prodotti come sopra descritto vennero sostituiti da tè verde in foglie sciolte, cotte al vapore ed essiccate. Il processo era più rapido tuttavia il tè perdeva prima aroma e gusto. Per conservare meglio il tè, una volta che il commercio con l’Europa si sviluppava, i coltivatori cinesi svilupparono il tè nero ed il tè profumato ai fiori: si tratta sempre della stessa pianta (le foglie della Camellia sinensis pianta sempreverde della famiglia delle Camelie) le cui foglioline sono lasciate appassire all’ombra; quindi diventano morbide per poter essere arrotolate e confezionate in blocchi. I blocchi di tè vengono srotolati in un luogo freddo e umido per un periodo di tempo variabile tra le tre ore e mezzo e le quattro ore e mezzo: a contatto con l’aria assorbono ossigeno e si verifica la reazione chimica di ossidazione che fa colorare le foglie da verde a rosso ramato; quindi si cuociono al fuoco (l’essiccazione tradizionalmente avveniva in grosse padelle messe sulla fiamma viva mentre adesso si fa passare il tè in condotti di aria calda o in forni caldi) per bloccare il naturale processo di decomposizione ed a questo punto diventa nero assumendo l’odore caratteristico del tè. 
I tè aromatizzati si ottengono aggiungendo alla base di tè verde o nero gli aromi: boccioli interi di gelsomino, petali di rose, oli essenziali di frutta si aggiungono per ottenere rispettivamente il tè Jasmine, il tè alle Rose (ad es. Rose Pouchong o Rose Congou), tè agli agrumi come ad es. il famosissimo tè al bergamotto (Earl Grey).

Jane PETTIGREW, Tè. Guida al tè di tutto il mondo, Idea Libri editore, 2000


Lo sapevi che...
L' Earl Grey è una varietà di tè aromatizzato con l'olio estratto dalla scorza del bergamotto. Il Citrus bergamia o bergamotto è un agrume che viene prodotto solamente in Calabria, da dove partono esportazioni dirette verso tutto il mondo!


La storia giapponese riporta che nel 729 d.C. l’imperatore Shomu abbia servito del tè a monaci buddisti; a quell'epoca non si coltivava ancora tè in Giappone, pertanto doveva trattarsi di foglie importate dalla Cina.
Fu il monaco Dengyo Daishi ad importare i primi semi della pianta del tè in Giappone; egli infatti aveva vissuto per un lungo periodo in Cina (803-805) e tornato in Giappone, piantò i preziosi semi nella terra del suo convento. Cinque anni dopo servì il primo tè all'imperatore Saga che apprezzò molto la bevanda e promosse la coltivazione del tè in varie province vicino alla capitale.
Le tensioni profonde tra Cina e Giappone nei secolo IX-XI portarono al bando del tè, considerata bevanda tipica cinese, dalla corte giapponese. Tuttavia si conservavano coltivazioni all'interno dei conventi buddisti ove il tè era di ausilio per restare svegli e concentrati durante le lunghe meditazioni.
Rappacificatisi le due nazioni, agli inizi del XII secolo il monaco giapponese Eisai si recò in Cina ed importo nuovi semi e l’uso di bere tè verde in polvere con tutto il complesso rituale insegnatogli dai monaci della setta buddista cinese Rinzai Zen.
Da allora in Giappone si è sviluppata ed evoluta autonomamente una complessa cerimonia, chiamata Cha-no-yu (Cerimonia del tè giapponese), che prevede un preciso codice di comportamento volto a creare una tranquilla atmosfera di interludio durante la quale sia il padrone di casa che gli invitati tendono alla rinascita spirituale ad all'armonia con l’Universo. 


Tutti i precetti della filosofia giapponese sono racchiusi nella Cerimonia del tè: i principali valori dell’armonia (con l’altro e con la natura), il rispetto per il prossimo, la purezza del cuore e della mente e la tranquillità trovano espressione nel complesso cerimoniale. La Cha-no-yu, che può durare sino a quattro ore, si tiene in un’abitazione privata (in una stanza dedicata) oppure in una casa da tè. 
Jane PETTIGREW, Tè. Guida al tè di tutto il mondo, Idea Libri editore, 2000

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